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6 luglio 2012 5 06 /07 /luglio /2012 09:40

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"Il pauroso non sa che cosa significa esser solo: dietro la sua poltrona c'è sempre un nemico". Friedrich Nietzsche


L'approccio strategico ai problemi umani parte dal presupposto che possiamo conoscere un problema soltanto mediante la sua soluzione. Questa prospettiva si basa dunque su una conoscenza operativa, ovvero finalizzata all'intervento e non alla pura classificazione.

Partendo da questi presupposti, non è di alcun aiuto classificare i disturbi in base a teorie psicologiche da confermare a priori, oppure secondo una mera osservazione statica dei sintomi come avviene nei manuali diagnostici psichiatrici (DSM).

Sulla base di queste premesse, da un punto di vista strategico i Disturbi Fobico-Ossessivi possono essere divisi in due categorie:

 - Le patologie che si esprimono con gli attacchi di panico

 - Le patologie dove il disturbo è costituito da quello che il soggetto fa o evita di fare per non sperimentare l'attacco di panico

Nel primo caso (attacchi di panico) ciò che invalida è il vissuto del panico, mentre nel secondo è la strategia adottata per evitarlo.

Usualmente esiste una sequenzialità temporale tra le due tipologie, ovvero nelle fasi iniziali della patologia la maggior parte delle volte si struttura un disturbo con la presenza degli attacchi di panico, che nel tempo evolve nella seconda tipologia in virtù degli evitamenti e delle rinunce dei soggetti di fronte all'eventualità di avere un attacco di panico.

Un altro aspetto importante della paura patologica è che non esistono paure più gravi di altre a livello di contenuto, quindi non è la paura in sé che conta, bensì l'interazione che il soggetto crea con essa.

In sostanza, più il soggetto fallisce nella gestione della paura, più ne risulta invalidato.

Le 10 tipologie di disturbi fobico-ossessivi più frequenti, emerse dalla rilevazione empirica condotta presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo su molte migliaia di casi negli ultimi vent'anni:

Paura di perdere il controllo, Paura di volare, Paura dell'altezza, Paura di perdere le persone care, Paura degli animali, Agorafobia e Claustrofobia, Paura del rifiuto sociale (fobia sociale), Ipocondria: paura delle malattie, Ossessioni compulsive, Dismorfofobia o fobia del proprio aspetto.

www.Psicologo-Enricochelini.it

 

 

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21 giugno 2012 4 21 /06 /giugno /2012 10:55

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“Coraggio ce l'ho; è la paura che mi frega!” Totò


Secondo la classificazione del DSM IV esiste una macro-categoria denominata “Disturbi d'Ansia ” che comprende 6 principali disturbi:

 

-        Disturbo da Attacchi di panico,

-        Fobie, Disturbo d'Ansia Generalizzato,

-        Disturbo Ossessivo-Compulsivo,

-        Disturbo Post-Traumatico da Stress,

-        Disturbo Acuto da Stress.



 

Tuttavia da un punto di vista Strategico-Costruttivista , parlare di disturbo d'ansia non è propriamente corretto, anzi è fuorviante, poiché in realtà l'ansia è la reazione psicofisiologica della paura.

 

In sostanza, è più corretto parlare di disturbi fobico-ossessivi perché tutto parte dalla percezione di paura, che scatena delle emozioni (apprensione, preoccupazione, insicurezza, ecc.), che a loro volta innescano la reazione psicofisiologica di ansia (aumento del battito cardiaco, sudorazione, senso di vertigine, tremore, ecc.).



 

Una volta che questo meccanismo diventa patologico si crea un circolo vizioso per cui la paura scatena l'ansia e, viceversa, l'ansia aumenta la paura fino a che entrambe diventano al contempo sia causa che effetto.

 

Il grosso limite delle cure farmacologiche ansiolitiche è dunque quello di sedare l'ansia, ma di non avere alcun effetto sulla percezione di paura, per cui spesso, anche dopo un miglioramento iniziale, il problema si ripropone perché non è stato risolto alla base.

 

In realtà, un'adeguata terapia di tutti quelli che vengono classificati come “ disturbi d'ansia” prevede la risoluzione del disturbo fobico, e quindi della percezione di paura, che avrà come effetto l'interruzione della reazione psicofisiologica di ansia.

 

In un' ottica strategica si parla quindi di " paura patologica " e di “disturbi fobico-ossessivi” nelle varie forme che possono assumere e di conseguenza l'intervento terapeutico è indirizzato alla risoluzione del disturbo fobico che è alla base del problema.

 

www.Psicologo-Enricochelini.it

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19 giugno 2012 2 19 /06 /giugno /2012 10:05

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"Viviamo nella paura ed è così che non viviamo" M. Ghandi                                                                                                   

"Il panico può essere definito come la forma più estrema di paura , che si raggiunge in seguito ad un'escalation di sensazioni e tentativi di controllo che intrappolano la mente fino alla percezione di totale perdita di controllo su se stesso da parte del soggetto.

 

Da un punto di vista strategico è più corretto parlare di Sindrome da Attacchi di Panico, poiché numerose ricerche neurofisiologiche ed empiriche hanno dimostrato che gli attacchi di panico non sono un vero e proprio disturbo a sé, ma l'effetto di una serie interattiva di eventi collegati ed interdipendenti.

 

In sostanza, il panico può essere determinato da diverse patologie per cui, ad esempio, può essere innescato da una fobia, da una patologia fobica generalizzata, da una fissazione ipocondriaca, da un'ossessione, da una crisi depressiva o da una paranoia.

 

Normalmente le persone che soffrono di questa patologia sono intrappolate in un circolo vizioso dove ciò che mantiene il problema è proprio quello che fanno nel tentativo di sfuggire alla paura.

 

Infatti, i “ panicati ” solitamente mettono in atto 3 tentate soluzioni che, invece di risolvere, complicano e mantengono il circolo vizioso del disturbo:

 

1- Controllo volontario delle proprie sensazioni di paura e reazioni psicofisiologiche di ansia;

2- Evitamento delle situazioni temute;

3- Richiesta di rassicurazione e aiuto.

 

La ripetizione nell'arco di alcuni mesi delle tentate soluzioni sopra descritte porta alla strutturazione di un circolo vizioso patologico, ovvero la sindrome da attacchi di panico.


Fino a qualche anno fa il vissuto più frequente nell'attacco di panico era la paura di morire, mentre negli ultimi anni si riscontra nella maggior parte dei casi la paura di perdere il controllo di se stessi e delle proprie funzioni vitali.

 

Una terapia efficace ed efficiente del panico deve guidare il paziente ad interrompere le 3 sopracitate strategie fallimentari, sostituendole con modalità funzionali. Per fare ciò in tempi brevi , è necessario utilizzare stratagemmi terapeutici che conducano il paziente, a sua insaputa, a sperimentare concretamente il superamento del panico.

 

Solo dopo la rapida scomparsa dei sintomi, si lavora sulla consapevolezza del soggetto rispetto alle proprie risorse.


Il ricorso a stratagemmi è necessario poiché il panico, come la quasi totalità delle patologie psicologiche, si regge su un circolo vizioso, un autoinganno disfunzionale, che ha una notevole resistenza al cambiamento, aggirabile solo tramite un contro-inganno terapeutico.

 

www.Psicologo-Enricochelini.it

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Chi Sono...

  • : Dr. Enrico Chelini - Psicologo Livorno
  • : Temi di carattere Psicologico rivolti alla salute e al benessere. Il Blog è gestito dal Dr. Enrico Chelini Dr. Magistrale in Psicologia Sperimentale, coach, Ipnotista di 1° livello, specializzando in Psicoterapia Breve Strategica presso il CTS di Arezzo diretto dal Prof. Giorgio Nardone. Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Toscana al n° 5887. Fondatore dell'Associazione Umanitaria Serendipity. Via delle Galere n°40 Livorno Via Provinciale Pisana n°3 Livorno w
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