"Non è la Specie più forte nè la più intelligente che sopravvive più a lungo ma quella più ricettiva ai cambiamenti" C. Darwin
Dalla prospettiva strategico-costruttivista ognuno di noi costruisce la realtà che poi gestisce e/o viceversa subisce.
Ciò significa che la nostra percezione delle cose costruisce la realtà dei nostri comportamenti e viceversa. Ogni essere umano ha dunque delle modalità ridondanti (ripetitive) di percezione della realtà e di conseguenti modalità reattive (sistema percettivo-reattivo) che esprime a livello delle 3 aree fondamentali di relazione:
- Relazione con se stesso;
- Relazione con gli altri (nella coppia, nella famiglia, ecc.);
- Relazione con il mondo (nel lavoro, a livello sociale, ecc.).
Sulla base di queste premesse, si può affermare che un problema relazionale è l'effetto disfunzionale di un irrigidimento della modalità di percepire e reagire ad una determinata realtà, che crea disagio alla persona in una o più aree di relazione.
Un problema relazionale (di coppia, familiare, sul lavoro, ecc.) significa perciò lavorare sulle modalità di percezione e reazione che adotta il soggetto nei confronti di se stesso, gli altri e il mondo circostante.
Secondo questa prospettiva, anche quelli che in Psichiatria e Psicologia Clinica vengono definiti Disturbi di Personalità sono identificabili con sistemi percettivo-reattivo estremamente irrigiditi che imprigionano il soggetto in un labirinto la cui uscita non può essere altro che il fallimento.
L’intervento strategico consisterà, attraverso l’uso di ristrutturazioni, metafore e compiti pratici a soverchiare il vecchio sistema percettivo rigido ridondante e disfunzionale in un modo di rappresentazione della realtà più funzionale e morbido al fine di far riprendere in mano, al soggetto, la propria vita.
www.Psicologo-Enricochelini.it
scrivi un commento …